La nobiltà dei fiamminghi e i fiumi di birra trappista
Un viaggio che nasce come un regalo di compleanno per Simona. Prepariamo la partenza in fretta e furia, e arriviamo sicuramente non preparati a livello di abbigliamento e nozioni sulla cultura Belga.
Volo diretto CT- Bruxelles: Entriamo nella capitale in tuta e giubottino sottilissimo incuranti della temperatura pungente locale.
Primo pranzo e prime impressioni architettoniche fantastiche, i dettagli sono stupefacenti. Ogni palazzo ha degli adorni clamorosamente minuziosi e le chiese gotiche non si contano.
Le luci sfavillanti della piazza principale (Gran Place) tolgono il fiato: le guglie della città e la torre del municipio (alta 150 metri) ci immergono in un presepe fiammingo.
Ma è febbraio e fa un freddo bestia. Vediamo anche il celebre bimbo che fa la pipì, icona della città (fa venire voglia di fare pipì) e tante strade con struttura medievale, oltre a camini accesi e vicoli pieni di storia. La cosa più incredibile sono i negozi di birra, e non capiamo perchè al posto delle insegne, abbiamo dei numeri (150, 180 etc).
Capiamo sconvolti dopo qualche ingresso che esprimono il numero delle birre differenti che contengono all’interno! Diverse tra loro per ambratura e gusti, ed ognuna da servire con il proprio calice personalizzato (li abbiamo adorati!)
VOTO 10.
Facciamo anche un bellissimo aperitivo con l’amico e fotografo Alessio & consorte Alessia. Patatine a profusione
Il Belgio produce più di 1000 varietà di birra
La città di suo non è un capolavoro, escludendo la zona della piazza che toglie il fiato.
Il giorno dopo prendiamo il treno per Bruges, che si rivelerà un capolavoro. Arriviamo in città senza aver prenotato un hotel, pranziamo al tex mex buffet (non proprio tipico del Belgio) e alloggiamo in un B&B molto accogliente a 3 piani con scalinate e stanze in legno.
Ci troviamo ad un centinaio di metri dal centro: Bruges è una cittadina molto accogliente, piccola, pittoresca tra corsi d’acqua con cigni dentro e carrozze che passano in città per le strade acciottolate.
E’ una città medievale da scoprire, che non smetteremmo mai di girare.
A Bruges vediamo ponticelli, profumate cioccolatterie, profumate birrerie e profumati canali che imitano in piccolo Venezia. Unico neo belga: la chiusura di tutte le attività alle ore 18.00, dove dopo c’è il nulla, la vita serale è praticamente inesistente, e puoi solo rifugiarti nella birra, in particolare ci innamoriamo della Rochefort n° 10.
Nel nostro ultimo giorno a Bruges, (allungando di quasi un’ora dal centro), dei bellissimi mulini a vento, e negozi di antiquariato da film. La piazza principale è un coloratissimo trionfo di palazzetti che sembrano fatti da tanti pezzettini Lego. .
Treno per Gent, città di cui non sapevamo niente fino a 2 giorni fa. Il primo approccio è devastante, e a fine giornata diremo che è una delle città più belle che abbiamo mai visto.
Ci sentiamo quasi dentro l’atmosfera di Gotham City, ed è un dedalo di vicoli con palazzi gotici che sanno di altre epoche. Molte modernità nei negozi e molto dark style all’esterno…
Cena in un ristorante esclusivo sulla sponda del fiume e vicino al ponte a base di patatine fritte e cozze, il piatto tipico del Belgio.
Ma come può una nazione bellissima aver scelto che come piatto nazionale cozze e patatine fritte?
Ce le servono come fossero aragoste, il cameriere ha i guanti bianchi e ce le fa assaggiare prima come si fa con il vino. Ma sono patatine fritte!
Il Belgio ha un solo piccolo sbocco sul mare con la città più importante ad affacciarvisi Ostende
Freddo pungente e foto notturne bellissime, una birra trappista per chiudere la serata e tanto amore.
Ultimo giorno con visita al castello, pranzo fritto frittissimo e ultime 2 birre da gustare: una Leffe ed una Orval. Ormai siamo esperti. Il Belgio è stata un’altra nazione che ci ha stupito.
A parte il freddo e la noiosa chiusura delle 18, tutto ha una magia particolare. Torniamo a casa in Italia felici. Buon compleanno Simona, questa esperienza belga era per te.
Adriano Perelli & Simona Cancelli
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